Osservare il mercato dell'auto elettrica in questa chiusura del 2025 significa guardare due film completamente diversi proiettati sullo stesso schermo. A livello globale, la transizione ha superato il punto di non ritorno, trasformandosi in una competizione industriale serrata. Secondo le ultime stime di Jato Dynamics, le vendite globali di veicoli a batteria (BEV) si avviano a chiudere l'anno sopra la soglia dei 17 milioni di unità, con la Cina che continua a recitare la parte del leone assorbendo quasi il 60% della domanda mondiale. In Europa il quadro è più variegato, con i mercati del Nord ormai saturi e maturi, mentre Germania e Francia gestiscono una crescita organica seppur rallentata dalla rimodulazione dei sussidi statali.
Scendendo lungo lo stivale, la situazione cambia drasticamente. I dati UNRAE di novembre dipingono un'Italia che si stabilizza attorno a una quota di mercato del 4,2% per le elettriche pure, un valore ancora lontano dalla doppia cifra che ormai è la norma nel resto del continente. Tuttavia, c'è una chiave di lettura ottimista in questi numeri: la domanda non è assente, è semplicemente estremamente elastica rispetto al prezzo. La prova del nove è arrivata pochi giorni fa con l'ennesimo "click-day" per i fondi residui dell'Ecobonus: le risorse destinate alla fascia 0-20 g/km di CO2 sono state polverizzate in pochi minuti, confermando che l'automobilista italiano è pronto a passare alla spina, ma solo quando il prezzo d'attacco scende sotto la soglia psicologica dei 25-30.000 euro.
Senza l'incentivo statale, il mercato dei privati soffre, registrando una flessione a doppia cifra rispetto all'anno precedente, ma a tenere a galla il comparto ci pensa il canale del noleggio e delle flotte aziendali, che oggi rappresenta il vero scheletro portante della mobilità a zero emissioni in Italia. È proprio in questo segmento B2B che il Gruppo Volkswagen sta consolidando la sua leadership con una strategia ben differenziata tra i suoi marchi. Audi, per esempio, domina il segmento Premium: la famiglia Q4 e-tron, nelle varianti SUV e Sportback, si conferma il C-SUV elettrico di lusso più immatricolato dell'anno, battendo la concorrenza tedesca grazie a valori residui che rassicurano i fleet manager.
Parallelamente, Škoda ha saputo intercettare la domanda più razionale delle aziende. La Enyaq ha scalato le preferenze degli agenti di commercio e delle car policy aziendali, guadagnando quote significative nel segmento D-SUV grazie al suo equilibrio tra autonomia reale e spazio a bordo. Sul fronte Volkswagen, la ID.3 continua a presidiare la parte alta della classifica delle elettriche più vendute, mantenendosi nella "Top 5" nazionale nonostante la forte pressione delle citycar più economiche. Il realismo per il 2026 impone cautela, poiché senza una riforma strutturale della fiscalità, come la detraibilità IVA al 100% per le aziende, difficilmente vedremo esplosioni di volumi; tuttavia, l'arrivo imminente delle nuove piattaforme entry-level del Gruppo potrebbe finalmente sbloccare la fascia di mercato sotto i 25.000 euro, capace di trasformare l'elettrico da nicchia a fenomeno di massa anche in Italia.