L'eccesso di velocità rimane una delle principali cause di incidenti sulle strade italiane e, di conseguenza, una delle infrazioni più severamente punite dal Codice della Strada. L’articolo 142 è la bussola che regola questa materia, stabilendo un sistema di sanzioni progressivo che colpisce in modo proporzionale alla gravità della violazione, con tolleranze e aggravanti che ogni automobilista dovrebbe ben conoscere.
Tutto parte dal concetto di tolleranza strumentale: per legge, la velocità rilevata dagli autovelox viene ridotta del 5%, con un minimo di 5 km/h. Se, al netto di questo sconto, si supera il limite di non oltre 10 km/h, la sanzione è puramente pecuniaria e non comporta decurtazione di punti. La situazione si complica notevolmente quando il tachimetro sale. Tra i 10 e i 40 km/h oltre il limite, la multa diventa più salata e si perdono tre punti dalla patente. Il vero spartiacque, però, è la soglia dei 40 km/h di eccesso: superato questo confine scatta la sospensione della patente da uno a tre mesi, accompagnata dalla decurtazione di sei punti (dieci punti se si superano i 60 km/h, con sospensione che può arrivare a un anno). Va ricordato inoltre che tutte le sanzioni amministrative aumentano di un terzo se l'infrazione viene commessa in orario notturno, precisamente tra le 22:00 e le 07:00.
Un capitolo a parte, e molto delicato, riguarda i neopatentati. Per chi ha conseguito la patente da meno di tre anni, le regole sono draconiane. Innanzitutto, vigono limiti di velocità specifici e più bassi: non si possono superare i 100 km/h in autostrada e i 90 km/h sulle strade extraurbane principali. Ma il vero rischio è la decurtazione dei punti, che per i neopatentati viene automaticamente raddoppiata. Questo significa che un'infrazione "media", che a un guidatore esperto costerebbe tre punti, a un neopatentato ne costa sei, avvicinandolo pericolosamente all'esaurimento del saldo punti e alla conseguente revisione della patente.
Infine, sul fronte dei controlli, la normativa recente ha stretto le maglie sulla regolarità degli autovelox. Affinché la multa sia valida, l'apparecchio deve essere omologato, tarato annualmente e, soprattutto, chiaramente segnalato con adeguato anticipo e visibilità. Senza questi requisiti tecnici e formali, il verbale può essere contestato con successo davanti al Giudice di Pace o al Prefetto, poiché la legge punta alla prevenzione e non a fare cassa in modo occulto.